Posts Tagged ‘tassa sulla stupidità’

IL SEGRETARIO SE NE VA A MARSA ALAM

4 marzo 2011

Se unabarrauno dice che a Bolzano ci si annoia, allora vuol dire che ha messo il calice amaro fuori dai denti (non significa niente, però suona bene). Trovatemi voi una città di piccole dimensioni che, oltre ad essere la capitale del sesso e il paradiso delle coppie scambiste, il sabato di carnevale al posto dei soliti carri allegorici si trova dua manifestazioni contrapposte.

Contrapposte per modo di dire, una la fanno per difendere la presenza di monumenti fascisti che dimostrano l’italianità di Bolzano, l’altra  per difendere monumenti fascisti che però andrebbero storicizzati con delle targhe esplicative.  Percorsi separati, polizia a tutto spiano, traffico bloccato, l’unico che vede la cosa positivamente è il pomfrittaro di Piazza Vittoria.

Già, Piazza Vittoria. Per un breve periodo si è chiamata Piazza della Pace, ma poi i bolzanini hanno richiesto e ottenuto a suon di referendum il ripristino del vecchio nome, messo in onore al glorioso 1918 nel quale il Sudtirolo venne annesso al Regno d’Italia. Figura di merda a livello europeo. Per fortuna ci salvano le statistiche del sesso.

I monumenti fascisti di Bolzano, alla fin fine non son neanche tutta questa jattura che uno crede. C’è chi li vuole abbattere o nascondere, chi li vuole tenere e ristrutturare e ci sono quelli che li vogliono storicizzare. Si sono indetti concorsi di idee sul cosa farne, ma in fondo tre/quattro manifestazioni all’anno se le riescono sempre a guadagnare, e mica è poco. Basterebbe un modesto biglietto d’ingresso e i vigili potrebbero fare meno multe per corroborare il bilancio comunale.

Detto questo, me ne vado a Marsa Alam. La giovane democrazia egiziana ha più bisogno del PPT di Bolzano, a volte è giusto soggiacere alle priorità, anche tenendo conto della temperatura atmosferica. Dovessi avere dei problemi, prego qualcuno di andare ad innaffiare i rapanelli

IO A QUESTO NON CI CREDO

30 gennaio 2011

Sorelle e fratelli, qua noi in Sudtirolo di Ruby, della Santanchè, di tutto questo ce ne frega gran poco. E anche della Tunisia e dell’Egitto (tranne forse quelli che, come me, hanno prenotato a marzo a Santanchè). Qui l’ombelico della comunicazione, il vitello grasso nelle cui unte carni pasteggiano sbavando i testoni pensanti del luogo, è la rimozione di un bassorilievo dove troneggia un Mussolini a cavallo di un equino con le zampe posteriori messe in modo innaturale, probabilmente per evidenziarne gli attributi maschili.

Al contrario della provincia a cui da il nome, Bolzano è una città a maggioranza di lingua italiana, e quindi se nel 2011 il Duce era ancora al suo posto è perchè non solo non dava fastidio, ma in qualche modo era un’immagine rassicurante. In fin dei conti, senza Mussolini, qui gli italiani sarebbero minimo dieci volte di meno, su questo non ci piove (Bolzano è italiana dalla prima guerra mondiale). 

A Bolzano, anni fa, han provato a cambiare nome ad una piazza, cambiandolo da Piazza della Vittoria a Piazza della Pace. Ne è scaturito un putiferio che ha portato ad un referendum, con tanto di ripristino del vecchio nome e di figura di merda colossale a livello europeo.

Ai sudtirolesi di lingua tedesca, il Duce a cavallo è stato sempre sui coglioni, anche se a dire la verità erano molto più concentrati sul Monumento alla Vittoria, che in effetti porta delle scritte offensive per i germanofili (germanofoni: grazie Gadilu…). Io li capisco: se un popolo, dopo l’8 Settembre 1943, accoglie i soldati della Wehrmacht come liberatori, vuol dire che di quelli che c’erano prima ne avevano veramente pieni quelli di cui sopra.

Fatto sta che la SVP (il partito unico sudtirolese) è riuscita a vendere la sua astensione sulla sfiducia al ministro Bondi, ottenendone in cambio mano libera sui relitti fascisti ancora presenti in Sudtirolo. Gli italiani di Bolzano han protestato tutti, ufficialmente per come è stata condotta questione. Ma io a questo non ci credo

SOLO PER CHI HA VISTO MATRIX

12 dicembre 2009

Fratelli e sorelle, siamo stati gabbati di brutto, come il santo vestito d’amianto dopo la festa. In Matrix, nella scena dove Mr. Andersson (per me con due esse è più bello), doveva scegliere tra la pillola rossa e quella blu, ci hanno fatto credere che la scelta ci fosse davvero. In realtà, Mr. Andersson doveva prendere per forza la rossa, perchè in caso contrario il film finiva lì, dopo un quarto d’ora lui si dimenticava tutto e buonanotte al secchio. Sarebbe stato un capolavoro, ma commercialmente non avrebbe mai funzionato e non ci avrebbero rifilato tutto il resto del film e pure i seguiti.

Pazienza, ormai è andata così e tanto non era neanche di questo che volevo scrivere. Per chi ha la pazienza di sovraintendere ad una suddivisione sintattica non confondibile in nessun modo con un bieco e puro esercizio di dislessia, è ora passata che si inizi.

Fratelli e sorelle, ho preso un altro rudere, ma l’ho fatto a fin di bene. Uno spaccazocche autocostruito dal Sior Zelger il quale, per raggiunti limiti di età ha ritenuto opportuno disfarsene, non potevo certo farmelo scappare, sopratutto tenendo conto che l’occasione mi è capitata proprio a fagiuolo. Con un migliaio di zocche di pomaro da spaccare,  ben accetta eredità del nuovo bar, sarei stato un idiota a non prenderlo a poco più del prezzo da ferrovecchio. È un ottimo attrezzo, facilmente applicabile ad un trattore, ma anche ad una qualsiasi altra fonte di energia cinetica alimentata a motore e sicuramente ha effetti più devastanti di uno qualsiasi suo omologo andante ad elettrico (perdonatemi la scarsa eleganza nell’espressione del concetto).

A dirla tutta, quasi quasi avrei ceduto anche alle lusinghe del sopracitato Sior Zelger, quando mi proponeva di prendere anche il trattore rottamato a cui applicare lo spaccazocche.  Ma la Iso mi avrebbe ucciso, facendo pure rima baciata

CARPE DIEM E SPERIAMO IN BENE

28 marzo 2009

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A parte quella dove, in  un poco meno che congruo ritardo dovuto essenzialmente all’andatura termica stagionale e non  mi dilungo oltre per non appesantire ulteriormente la frase, i rapanelli e le cime di rapa stanno per essere pronti al raccolto, le mie serre sono più o meno tutte ridotte in questo stato.

Esteticamente di una bruttura indicibile, il colpo d’occhio fornito dal telo pacciamante e da quello coprente, unito alla assai poco poetica presenza di sassi e piastre messe lì con l’unico scopo di fare peso, è decisamente poco invitante. Si nota quasi più la presenza del tubo goccia inutilizzato che quella delle giovani e timide piantine messe a dimora. 

Ma non sarà sempre così, le cose cambieranno in meglio, altrimenti non avrebbe alcun senso fare tutto questo. Fra un mese al posto del telo bianco ci saranno i garofani dei poeti in piena fioritura, con i loro vari colori  risultati dal miscuglio tra il bianco e l’eosin.

Il tubo goccia inutilizzato rimarrà arrotolato lì dov’è, ma neanche lo si noterà più, sommerso come sarà dalle foglie bianche e verde scuro delle zucchine e dal tripudio del giallo sgargiante dei loro fiori. Insomma sarà un pascolo per gli occhi.

Vi farò una foto, a patto che convinciate la Iso a regalarmi una canottiera arancione

È PASSATA LA VERGOGNA

3 marzo 2009

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“C’è sempre una ragione per non scrivere”.  Con queste emblematiche e fetifade parole, liberamente tratte dalla postfazione delle Lettere alla madre dalla Colonia Marittima, uno dei capolavori di Fernando Couto, desidero iniziare il mio post.  Una ragione per non scrivere in questi giorni è stata la vergogna di dovervi chiedere un voto che magari neanche merito.

Non voglio farla lunga, non sopporto che intorno ad un concetto relativamente semplice si imbastisca una susseguzione di argomentazioni fritte e rifritte che assumono un mero ruolo di contorno sussegussendosi senza costrutto alcuno ed impantanandosi il più delle volte in un marasma di cinguettii adolescenziali che proprio per questo mai avranno l’età, preferisco andare subito al sodo.

Per prima cosa dovreste cliccare qui, vi si aprirà una finestra di voto e, nella categoria miglior post giornalistico, mettete il puntino di preferenza su “Il Porno, l’ultima arte rimasta vergine“, e poi il resto sono solo formalità. Dimenticavo, dovete votare un post anche in altre due categorie (se volete un consiglio, quello numero 5 nella categoria umoristici). Fatto questo, andando qui saprete ci cosa si trattava ma sarà troppo tardi per tornare indietro.

tnp-bpa

Ma non era questa l’unica vergogna a frenarmi, questa riguardava e colpiva solo me stesso. L’altra vergogna  coinvolge il mondo intero. In brutale sfregio del senso universale di giustizia, della logica e di tutto quanto abbia contribuito allo sviluppo dell’umanità, a partire dal prossimo novembre la Fiat Palio Weekend mia e della Iso sarà sottoposta a limitazioni di circolazione. Ma questo è già il prossimo post…

SON TROPPO GROSSE

23 gennaio 2009

cristinadelbasso

Bene o male, volente o nolente, uno (o una) che sta un minimo attento a quello che succede in giro, delle grandifratellose  tette di Cristina del Basso deve averne come minimo sentito parlare. A meno che non si tratti del personaggio della canzone di Gaber (quello che per esempio Facchetti non lo conosceva e non sapeva neanche chi fosse), quelle tette le hanno viste tutti, qualcuno si sarà immaginato anche di tenerle in mano.

Per me son troppo grosse, magari la quarta che aveva prima poteva essere un po’ poco per una donna della sua stazza, ma così ha esagerato, come quelli che per sicurezza  si comprano le scarpe  un numero più grande pensando ancora di crescere. Il lavoro che le hanno fatto sembra quasi una roba da hard discount della chirurgia estetica, una settima al prezzo di una quinta  come due vasetti di acciughe al prezzo di uno. Magari Alessandra Mussolini esagera quando vorrebbe mandare in galera il chirurgo, casomai dovrebbe essere la neotettona a rivolgersi all’unione consumatori.

Per me son troppo grosse, sai che stress andare in giro con una messa in quel modo? a parte il fatto che tutti ti guarderebbero come fossi loro amico su feisbuc, sarebbe difficile anche aprirle una porta senza chiederle di fare un passo indietro. E poi è anche pericoloso, ti arriva un arnese del genere in faccia e ci rimedi una contusione come ridere. Senza contare che, se non appoggia bene i gomiti, toccano sul materasso e di conseguenza non dondolano

ANDREAS HOFER, ALTRO CHE OBAMA

8 gennaio 2009

andreas_hofer

E insomma adesso ci siamo davvero nel 2009, cerchiamo di comportarci bene perchè questo sarà uno degli anni del secolo. Sarà l’anno di Obama e  di conseguenza il primo della rivoluzione ecosostenibile, a pensarla così è come indovinare al grammo (diciamo ai due grammi  e cinquantuno, la bilancia ha la divisione ai 5 gr.) il peso di un sacchetto di prugne,  però spesso ci riesco e quando non capita nessuno critica più di tanto. Sarà anche l’anno della pace in terra santa. È brutto e cinico dirlo, ma l’attuale situazione e le imminenti elezioni da ambedue le parti favoriranno la vittoria dei rispettivi estremisti e, come teorizzato da Stielike nel  troppo lontano percepito 1981, nessuno sa fare la pace meglio di due guerrafondai

Ma non ci sarà solo questo a rendere storico il 2009, non ho la sfera di cristallo ma posso comunque azzardare che un Testimone di Geova vincerà l’Isola dei Famosi, che l’Inter eliminerà il Mencester Iunaited, che  il 27 Agosto ci sarà la luna piena e che finalmente mi assegneranno il Nobel per la Fisica che da tempo merito per aver scoperto l’origine dell’universo.

Tutto questo in tutto il mondo, tranne che dalle mie parti. Da noi in Sudtirolo il 2009 sarà quasi esclusivamente l’anno del bicentenario della morte di Andreas Hofer che, se siete arrivati a leggere fin qui, vi chiederete senz’altro chi sia.  Tranquilli, niente di particolare, si tratta solo dell’eroe popolare sudtirolese che, nel nome dell’appartenenza di questa terra all’Austria, difendeva il feudalesimo clericale dall’assalto delle truppe napoleoniche portatrici degli ideali della rivoluzione francese (è detta un po’ alla grossa ma la sostanza è quella).

Io del Sudtirolo sinceramente mi son rotto anche un po’ i coglioni, il Partito per Tutti ha già indicato la strada maestra da seguire, che consiste nella sua annessione alla Svizzera, Guglielmo Tell al posto di Andreas Hofer. Se questi non la vogliono capire, ma che colpa abbiamo noi?

SUPERENALOTTO, ECCO I NUMERI VINCENTI

23 ottobre 2008

Guardatela bene, questa è la schedina che vincerà i 100 milioni di euro al Superenalotto. Di solito non gioco mai, ho sempre considerato il lotto come una tassa sulla stupidità, ma d’altronde ero al tabacchino per comprare le sigarette e, stupidità per stupidità, tanto vale buttarsi.

Che ne farò di tutti questi soldi ancora non lo so, ma comunque almeno il cinquanta per mille li voglio devolvere a tutti quelli che commenteranno questo post corredandolo con un insulto a me rivolto. Andateci giù duri con tranquillità, per gli insulti che ancora non merito vedrò di fare il possibile

pipuntoessepunto: se qualcuno decide di giocare gli stessi numeri, per favore rivolga gli insulti anche verso se stesso