Posts Tagged ‘Cabassa’

PER AMICIZIA NON SI TROMBA, MA NON È MICA GIUSTO

13 luglio 2008

Non c´è niente da fare, ormai l´andazzo è quello, la trombata pare sia assodato sia incompatibile con l´amicizia, è così e basta. L´amicizia tra uomo e donna può sopravvivere solo in assoluta mancanza di contatto fisico, anche il minimo sfregamento di tetta la può rovinare, questa  è l´opinione dominante ma io ci vado contro (a parole, ovviamente).

Io sono uno che nell´amicizia ci crede, eccome se ci crede. Per un amico/a a volte devi anche essere disposto a rischiare o a fare qualcosa che non vorresti. e chiaramente vuoi che la cosa sia reciproca. altrimenti che amicizia sarebbe?

Poniamo un caso limite: se un amico, uno che considero tale tipo Cabassa, mi confessasse di avere tendenze gay ma di non esserne sicuro, e mi chiedesse il favore di fargli provare come funziona, con quale coraggio potrei rifiutargli il favore? manderei un amico in pasto ad un mercenario o mi sacrificherei per lui?

E se ad un´amica che, per motivi suoi che non andrei neanche ad indagare, mi chiedesse una copula, con quale spirito mi sentirei di negargliela? dovrei per forza sgranocchiarle in faccia la tipica frase ipocrita “mi piacerebbe tanto ma ho paura di rovinare un´amicizia“? Tutti questi preconcetti trovo siano il trionfo dell´ipocrisia e della standardizzazione dei comportamenti. Va da sè che la cosa dev´essere reciproca e una tantum, come qualsiasi altro favore tra amici.

E poi spiegatemi perchè due persone che hanno trombato per anni insieme, quando si lasciano possono rimanere amiche, e altre due che amiche lo sono sempre state devono smettere di esserlo dopo la prima volta

È GIÀ ARRIVATA LA PSICOPOLIZIA?

6 marzo 2008

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Non c´è giustizia a questo mondo, qualunque stronzata abbia scritto Nostradamus, basta che accada una cosa che le somigli alla lontana e, il giorno dopo, subito tutti a dire che lui l´aveva prevista.

Invece Julius Verne ha dovuto aspettare quasi un secolo per veder realizzate le sue premonizioni, e meno male che a Orwell sembra che le cose vadano un pelo meglio (vi risparmio Stielike, le cui visioni espresse nel celebre ” Interessenzialità del postdivenire” verranno a galla solo dopo la dipartita della maggioranza di noi medesimi).

Orwell, in 1984, aveva preconizzato l´esistenza della Psicopolizia, dello psicocrimine che andava represso come e più di un crimine reale e, con soli 24 anni di ritardo, sembra che ci stiamo arrivando sul serio. Pare che abbiano inventato la macchina per leggere il pensiero, almeno secondo quest´articolo di Repubblica sembra che su 1000 immagini, questa macchina indovini quella giusta otto volte su dieci, e già qui mi balla l´occhio, se le immagini sono 1000 dovrebbero scrivere che ne ha indovinate 800, o dico cazzate?

Comunque, anche se la cosa è avallata da citazioni importanti, come la sua prossima pubblicazione su Nature (la Bibbia della scienza), non mi convince più di tanto. Credo che molto di più di una macchina possa essere in grado di fare l´umano intuito. Faccciamo una prova, secondo voi a quale cosa sta pensando il mio amico  Cabassa, l´individuo ritratto nella foto?

LA BERTÈ, IL PD, SANREMO E LA FIAT 500

29 febbraio 2008

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Sfuggire a Sanremo non è impossibile, è inutile (parafrasando una celebre massima di un parente postumo acquisito di Sofia Loren). Poco o tanto ti si insinua nel cranio e finisce che ne parli per forza, tipo la storia dell´esclusione di Loredana Bertè che, leggo adesso , si è esibita in manette. Ecco, giusto per dire la mia,  per me l´ha fatto apposta e ha fatto anche bene. Difficile credere che un volpone come Alberto Radius abbia fatto la taroccata convinto di farla franca e credo anche che senza il colpaccio del plagio (che poi plagio non è, si tratta solo di un pezzo non inedito), Loredana Bertè sarebbe passata inosservata, più o meno come una candidatura nel PD di un reduce da più di due legislature.

Io ci ho provato a sfuggire a Sanremo, sono andato a vedermi Andrea Parodi, un cantautore omonimo dello scomparso leader dei Tazenda anche se le premesse non erano delle migliori, avevo letto di una sua collaborazione con Claudio Lolli e già questo era foriero una serata non proprio all´insegna dell´allegria. Insomma prendo la Fiat Palio Weekend, passo a prendere Cabassa e andiamo al  Masetti a subire il supplizio.

Il tipo è tremendo, non basta che faccia pezzi del primo De Gregori e che presenti canzoni sue di quelle che trent´anni fa ti avrebbero evitato una copula più che meritata per sopravvenuta indisponibilità della potenziale partner. Non basta, questo assomiglia come due gocce d´acqua (il disslesimento è voluto) a Lello Arena, solo un po’ meno strabico, anche se dopo la terza birra è proprio lui. Serataccia, a volte capita e ce ne andiamo, torno a casa, accendo la Tv e mi trovo la tettona Tatangela che canta con Michael Bolton, il testimone di nozze ideale per un matrimonio gay, politicamente correttissima come situazione.

Alla fine la cosa che mi rimane di più è che vicino a me era parcheggiata una Fiat 500 di quelle nuove. Dico io, ma se volevano proprio fare una bella cosa, perchè non l´hanno fatta con le porte che si aprono controvento come quella originale?

LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ, MA NIENTE TUBINI NERI

9 dicembre 2007

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La libertà va usata in modo responsabile, ma anche no. Giuro sulla testa di Cabassa, che se sento Veltroni pronunciare questa frase mi iscrivo al PD e mi vesto ogni giorno di tricolore, vado a messa la domenica e metto su una cover band che suona solo canzoni di di Fossati, Jovanotti e Ligabue.

La libertà va usata in modo responsabile, più o meno con questa frase si può fare di tutto. Se sei LA7  ti togli dai piedi Luttazzi il giorno prima della trasmissione dove parla della nuova enciclica di Ratzinger, e motivi il tutto con la lesa dignità di Ferrara, che evidentemente non s´era accorto che da due anni Luttazzi andava in giro  nei teatri con questa battuta. Se sei Radio Tandem Popolare Network di Bolzano, chiudi il Muro, un forum libero e senza registrazione dove, in mezzo ad innegabili schifezze, si svelavano retroscena e gossip della politica e dell´economia bolzanina e sudtirolese.

La libertà va usata in modo responsabile, ecco la frase giusta per gettare il bambino insieme all´acqua sporca.

Ma parliamo d´altro, che è meglio. In Inghilterra hanno fatto una ricerca sull´abbigliamento femminile, e ne è venuto fuori che il 75 % delle donne e la stragrande maggioranza degli uomini hanno indicato nel tubino nero (“little black dress“), il vestito da donna ideale. Mi sta anche bene, anche se preferisco gli abiti floreali  al ginocchio , ma quello che non capisco è come mai in Italia il sondaggio dia risultati completamente diversi. Sempre secondo Repubblica, le italiane e gli italiani preferiscono i jeans, e molto quotati sono pure gli stivali al ginocchio. God seiv de cuìn

SUICIDA SVENTATO, OFFRI DA BERE?

29 ottobre 2007

Salvare una vita è sempre un bel gesto e ne vado fiero, vai tranquillo. Tu sei uno di quelli che è capitato da me cercando “cazzo piccolo” su Google.

Eri disperato per quella che consideravi un´ingiustizia della natura, un vilipendio alla tua mascolinità, e da me hai trovato parole di conforto. Stavi quasi pensando di farla finita e ora, grazie a me, guardi con spregio e sufficienza coloro che al tuo confronto sono più dotati della virtù meno apparente (e la più indecente, secondo de Andrè).

Ovvio che sto esagerando, ma mi diverto parecchio nel vedere, leggendo le statistiche del blog, che una discreta quantità dei visitatori (oggi 34) capita qui cercando appunto delucidazioni su questo scottante argomento. E non so perchè, ma mi trovano al quarto posto nell´ordine di ricerca.

Vengono indirizzati su uno dei miei primi post il cui titolo, “apologia del cazzo piccolo“, non lascia certo dubbi sul contenuto dello scritto. Senza arrivare alle vette del Mr Pink delle Jene di Quentin Tarantino mentre spiega che “Like a Virgin” di Madonna è una metafora del cazzo piccolo, sono a mio modo contento di avere posto la mia piccola pietra nell´edificio del  MSPM (Ministero per il Superamento dei Pregiudizi e delle Maldicenze).

Peccato che in pochi commentino, forse perchè pensano che l´articolo sia in qualche modo autobiografico, anche se in esso non v´è  alcun passaggio che lo possa far sospettare o intuire. È proprio che si da  per scontato che chiunque difenda una causa lo faccia solo per un suo tornaconto personale, ma non sempre dev´essere per forza così. Paul Simon e Johnny Clegg ad esempio,  si battevano contro l´apartheid pur essendo bianchi (vabbè, non è gran che come esempio ma al momento non trovo di meglio).

In conclusione, non so proprio cosa altro aggiungere. Tranne forse che da qualcuno una birretta me la merito, in questo mondo o nel prossimo

CUARTA CLASSE, SI RICOMINCIA

1 ottobre 2007

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Arriva l´autunno e, implacabile e puntuale come una mosca nella birra, ritorna Cuarta Classe, il programma di chi ha perso il treno, in onda ogni lunedì alle 22.35 su Radio Tandem Popolare Network di Bolzano.

La frequenza è settimanale, (scusate volevo dire 98.400 MHz), il numero di telefono è lo 0471 970084.

Oltre a me, animano la trasmissione la dolce Stefanella e Cabassa (che per il mese di ottobre sarà assente). Inoltre ci avvarremo della collaborazione del Prof Muschio, del Poeta Giovanni, e dulcis in fundo, avremo la Guressa, che per le sue forme rotondeggianti sarà la nostra inviata nella blogosfera

LA POSTKARTE

9 settembre 2007

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La Postkarte (che poi sarebbe una normalissima cartolina illustrata, un oggetto ormai sono in disuso che fra poco neanche stamperanno più) è stata il mio incubo (esagero, sia chiaro) per un paio d´anni come minimo. Per me era necessario reperire almeno una Postkarte diversa al giorno. Le trovavo nei bar, quelle che pubblicizzavano eventi tipo mostre e concerti erano le migliori, ma all´occorrenza andavano bene anche quelle coi paesaggi, con i disegnini, l´importante era che fosse una Postkarte, mi ricordo che una volta anche Cabassa me ne portò un paio, o forse non era lui.

Immagino che se siete arrivati a leggere fin qui, vi starete chiedendo che ci facevo con tutte queste Postkarten, e mi sembra anche giusto dirvelo.

Nell´educazione dei miei due figli è stata di mia esclusiva competenza il sottoporli al rituale racconto della storiella prima di addormentarsi. Il problema è che la storia doveva essere diversa ogni sera, e questo me la sono cercato la prima volta che, invece di raccontare una storia standardizzata, me ne sono inventata una io. Da quel momento, la “storia strana” diventò un appuntamento irrinunciabile. Ma mentre per il figlio maggiore, che adesso ha quasi 16 anni, bastava la mia parola per far finta di credermi, per la sua sorellina di otto anni più giovane era necessaria anche una prova tangibile della veridicità della storia, la Postkarte appunto.

Insomma non bastava che le raccontassi che al mattino, mentre lei era all´asilo, avevo visto una strana piantina nell´orto, che solo annaffiandola era cresciuta a dismisura diventando, in pochi minuti, un albero che al posto delle foglie aveva delle banconote e dai cui rami, invece di mele, pendevano dei telefonini che ad un certo punto invece di trillare piangevano perchè erano cascati giù dal loro pianeta (il Geldtelefonbaumplanet, queste storie le raccontavo metà in italiano e metà in tedesco).

Non bastava neanche che le raccontassi che questi telefonini piangenti mi facessero talmente pena da chiamare il mio amico Compare Giacometto, che dopo aver mangiato una scatola di fagioli li rispediva sul loro pianeta con la forza propulsiva di una superextramegaultragiga Fortzele (scorreggia).

Tutto questo non bastava, dovevo anche produrre la prova inconfutabile che tutto ciò che avevo raccontato era vero. Dovevo consegnarle la Postkarte che i protagonisti delle storia mi avevano spedito per ringraziare me e Compare Giacometto.

Ogni giorno una storia diversa, ogni giorno una Postkarte diversa. E sono quasi sicuro che non mi abbia mai creduto

PINOCCHIETTO BURNING

6 agosto 2007

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Forse avremmo dovuto pensarci prima, mai come stavolta abbiamo dovuto appellarci al “non è mai troppo tardi per redimersi“. D´altronde, il nostro pentimento era sincero e la nostra pericosità sociale era dovuta ad altro, ma il pericolo della reiterazione sussisteva ancora, quei pinocchietti nei nostri armadi incombevano sulla nostra rettitidune misteralexiana come tanti scheletri di Somerset.

Ma  quando si ha a che fare con Mister Alex, l´essere a posto sotto il profilo pseudogiuridico non è abbastanza, bisogna per forza valutare la cosa anche per quando riguarda il suo aspetto morale ed ecumenico, per cui abbiamo pensato bene di corroborare la nostra abiura dei pinocchietti con due elementi tipici dei riti religiosi, il cibo e il fuoco.

Per cui, grigliata da me e Isolde. Alla quale sono stati invitati tutti i commentatori del mio blog della zona di Bolzano (con l´occasione mi scuso per chi non ho invitato personalmente, è stata una cosa decisa velocemente).

Assenti giustificati Zelig, la zia e il vince, ci siamo impinocchiettati io, Cabassa e Juri, oltre alla Guressa e alla Joe che però, essendo donne, non avevano l´obbligo del pentimento, questo sempre secondo il verbo del Sommo. Presenti all´officiazione anche la Iso, la Petronilla, Martina e correntone Rossi, il lider del dissenso interno al PPT che asserendo di non aver mai posseduto dei pinocchietti, si è presentato con un paio di politicamente correttissime braghe corte. Mai credere del tutto a correntone Rossi il grigliatore, si mormora che aver visto il giovane segretario impinocchiettato dei DS bolzanini lo abbia molto colpito. 

Insomma si mangia, e anche bene. Buona la carne, succulenta la Iso´s Kartoffelsalat, ottime le melanzane, buono tutto, un plauso particolare alla Guressa per aver realizzato il primo budino vivente della storia.

Ed eccoci al sacrificio, i pinocchietti vengono sapientemente tagliati sopra al ginocchio dalle esperte mani di Mr.Alex e della Iso, il pezzo eccedente viene gettato al rogo ed il fuoco purificatore ci libera per sempre dall´infamia, siamo definitivamente spinocchiettizzati, non cadremo mai più in tentazione. È fatta.

E per fortuna che non era un voto di castità…

p.s. nei link ci sono dei video, se non vi bastano eccovi la Guressa in versione Patty Pravo

MR.ALEX CHE ODIA I PINOCCHIETTI

24 luglio 2007

Pinocchietto Cabassa

Ormai lo sapete, per me, ma anche per Cabassa, correntone Rossi e un po´ tutta la banda del Partito per Tutti, Mr.Alex rappresenta l´anello di congiunzione fra l´umanità e quell´essere superiore, di cui solo dopo la nostra dipartita da questo infame mondo terreno, conosceremo o meno l´esistenza. In altre parole, io non so se Dio esista o no, ma se esiste ed ha un vice, costui altro non può essere che Mr.Alex.

Mr.Alex la imbrocca sempre giusta, di lui ci fidiamo, avere la sua benedizione (cosa che raramente accade) per una iniziativa, per una canzone, o semplicemente per un giudizio su quanto una ragazza possa incarnare il solo valore assoluto che tutti i popoli e le etnie riconoscono, è fondamentale. Per ogni cosa insomma, è sempre cosa buona e giusta e fonte di salvezza chiedere un parere a Mr.Alex, sempre ringraziando il cielo per essere fra quelli a cui lui concede udienza.

E quando il germe del dubbio si instaura nelle nostre menti, facendoci dubitare del di lui verbo, è bene scacciarlo  come il segno di un´entità maligna, ed è proprio di questo che vi voglio raccontare.

L´anno scorso, di ritorno da un viaggio insieme a Cabassa, Mr.Alex si scatenò in una crociata contro i pinocchietti (lui li chiama così), quei pantaloni da uomo a tre quarti di gamba che ancora oggi molti portano impunemente. “Puoi suonare bene quanto vuoi, ma se hai i pinocchietti sei comunque una schifezza”, questa fu una delle sue frasi più convincenti. In questa sua crociata, il nostro fu coadiuvato alla grande da Cabassa, fino a quel momento pinocchiettaro convinto (ne aveva un paio simili a quelli della foto) ma che da allora in poi, come tutti gli spretati e gli ex fumatori, si rivelò il più acerrimo nemico del proprio passato.

Non ho ancora capito cosa ci sia di male ad indossarli, ma per non saper nè leggere nè scrivere, mi sono adeguato al verbo di Mr.Alex e i pinocchietti che avevo, o li ho tagliati al ginocchio, oppure li ho semplicemente buttati via, o jeans o pantaloni corti.

Ma perchè Mr.Alex odia così tanto i pinocchietti? guardate come stanno bene addosso alla Brigida

LADY DIANA, SE CI RIPENSO…

7 luglio 2007

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Poche persone come me e Cabassa, si sono rammaricate della tragica fine di Lady Diana Spencer. “Lady Diana” era il pezzo con il quale chiudevamo i concerti, a volte chi già ci conosceva lo invocava già a metà concerto (perchè gli piaceva il pezzo o per farci finire alla svelta?).

Su una base scopiazzata alla buona da Foxy Lady di Jimi Hendrix io simulavo, prima rispettosamente riluttante poi sempre più convinto,  un amplesso con l´allora consorte del Principe di Galles.  Il pezzo piaceva davvero tanto, anche se io in un certo modo mi rammaricavo di ciò, con tutto l´impegno che ci mettevo per scrivere testi più complessi e melodie più raffinate.  D´altronde, mai sputare nel piatto dove si mangia, e quindi “Lady Diana” non mancava mai nel repertorio.

Al Cabassa, che già da allora si dilettava con discreto successo con la house music,  le venne l´idea di farne una versione ballabile, roba da radio e discoteche insomma. La facemmo uscire su vinile, e subito arrivarono delle buone notizie, le radio la trasmettevano ed entrava anche nelle  charts,  addirittura si stava approntando la distribuzione del disco in Inghilterra.

Passano un paio di mesi e Lady Diana muore sotto il tunnel, e con lei le nostre speranze di sfondare nel mondo house. Inoltre ci tocca anche avere il buongusto di non eseguire più  il pezzo dal vivo e di toglierlo dal disco live, una vera jattura, insomma.

Eccovi comunque quello che poteva essere il tormentone di quell´estate , in quattro versioni:

LADY DIANA HOUSE 1 by CABASSA

LADY DIANA HOUSE 2

LADY DIANA GOTHIC by DALLELUCHE

LADY DIANA acappella

                                          

CUARTA CLASSE, STASERA ULTIMA PUNTATA

25 giugno 2007

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Questa sera cuarta classe, il programma di chi ha perso il treno, in onda su Radio Tandem Popolare 98.4 di Bolzano, chiude (dopo la trasmissione) per la consueta pausa estiva pausa estiva.

È estremamente probabile il suo ritorno alla fine della stagione calda, sempre nella consueta collocazione, alle 22.35 abbondanti di ogni lunedì che Nostro Signore manda in terra.

Da me, da Cabassa, da Stefanella e quest´anno anche dalla Guressa, buon divertimento in nostra assenza

PRECIPITO, GUARDA COME BRILLO

24 giugno 2007

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Ci sono concerti dove la gente arriva ore, a volte anche giorni prima dell´evento, concerti dove si scatena la lotta per accaparrarsi i posti migliori, concerti dove il pubblico arriva con la maglietta dell´idolo, conosce a memoria le canzoni, e a volte ne copre addirittura la voce con i suoi cori.

Niente di grave, per carità, ognuno del suo tempo fa quello che vuole, ma a me queste sono storie che non  mi sono mai piaciute. Io amo i concerti dovi arrivi quasi per caso, robe organizzate alla buona, gruppi che non senti mai alla radio, roba che insomma non sai che fare, dai un´occhiata al giornale e vai.

Anche arrivare in orario non è questo granchè, quando ti becchi gli ultimi due pezzi e il bis è  già abbastanza per farti almeno un´idea di quello che ti sei perso, e non succede spesso di doversi dare randellate nelle parti più intime per non essere arrivato prima.

Non succede spesso ma succede. Per gustarmi al meglio una frittura di calamari mi sono perso i primi pezzi del concerto di Giorgio Canali.

Un po´ però è anche colpa sua. Anni fa, ad un concerto dei C.S.I, dopo la fine, andai a bermi una birra con lui e Sandro Giudici, il mio batterista ( che poi è il vero leader del mio gruppo, io ci metto solo la faccia, la voce, i testi e le melodie,  ma che guida tutto è lui), e non mi fece una grande impressione, come del resto tutta la banda che girava intorno ai dischi del Mulo, una selva di autoreferianzialità della zona di Correggio e dell´appenino toscoemiliano.

Insomma arrivo e mi becco subito dei pezzi che mi incantano, lui sul palco è tostissimo, sembra che non gliene freghi niente della gente che guarda, è bravissimo, dalla sua chitarra escono rumori che mi fanno tremare le vene, ” precipito, guarda come sono telegenico mentre mi schianto”, questo è un grande.

Correntone Rossi, assente. Cabassa, assente, a vedersi Giorgio Canali saranno al massimo una cinquantina di persone. Ma per beccarsi gli ultimi pezzi chi arriva? Mr. Alex, naturalmente in stivaletti di coccodrillo e completino a righe, mica era il nostro candidato sindaco per niente

BUON COMPLEANNO, CABASSA

25 gennaio 2007

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Una leggenda. Uno dei pochi uomini di cui non si notano i difetti, anche perchè ha solo quelli. Il regista di cuartaclasse,  dirige sapientemente me e la Stefanella verso l´orizzonte dell´ascolto zero. Coautore di molte mie canzoni, tra cui senz´altro spicca la perla di Sono Ubriaco (ancora incompiuta), con la quale siamo arrivati ultimi ad un festival presentato da Daniele Piombi. Arrangiatore sopraffino di Tientela e Bisogno d´Affettato, con le quali conquistammo la platea di Sanscemo e di Music Zoo, cosa che spiega solo parzialmente il fatto ch´io mi dedichi essenzialmente all´agricoltura. Produttore artistico di se stesso e di Tiso (ora si chiama MAS-T), col quale ha raggiunto l´ambito risultato di entrare nella Top of the Flop di rete all music .  Marketing manager di BoBo, periodico culturale che ha da poco cessato le pubblicazioni. Implacabile con le donne, ne ha possedute il doppio di me (due). Segretario Vicario aggiunto del Partito per Tutti, una  carica che lo mette in pole position per prestigiosa carriera politica. Insieme a lui, il 25 gennaio 1963, veniva al mondo il celeberrimo Martin Brygmann, al quale il mondo culturale danese sarà per sempre riconoscente. Buon compleanno, Cabassa

P.s.   Nastassja  Kinski ed io  vi ringraziamo per gli auguri che ci avete fatto per il nostro 46° compleanno