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OLIO DI LINO COTTO

1 gennaio 2011

Pipuntoessepunto (a metterlo alla fine son buoni tutti):  domenica 2 Gennaio dovrei essere su Rai uno in versione agricola a Linea Verde

Fortunatamente, il demolire l’infausta metafora del palo cotto non rientra tra i miei compiti istituzionali nè per quest’anno, nè per quelli a venire e neanche per buona parte di quelli trascorsi. Ad accollarsi il gravoso compito ci pensò Stielike il quale, dopo attente osservazioni ed appostamenti mirati, ebbe a constatare l’irrivelabilità pressochè assoluta di deambulazione e della capacità di subire orgasmi dei pali, e di conseguenza la loro scarsa cuocibilità.

Venne corroborata questa sua ipotesi quando, ripercorrendo a ritroso il viaggio di Goethe,  sentì esclamare che “non tutti i pali vengono per cuocere“, anche se mai rivelò in quali circostanze ciò avvenne. Ho perso di brutto il risiko di capodanno, finendo distrutte le mie armate da quelle della Iso, ma per tutto il resto, resto a posto. Le serre sono pronte per la semina, svuotate dai cadaveri delle piante di pomodori, fagiolini cetriolini e quant’altro. Effettuata la potatura con conseguente macinazione della ramaglia residua.

L’ultimo giorno dell’anno l’ho dedicato alle finezze, tra le quali non posso non annoverare l’impregnamento a base di olio di lino cotto delle scale a pioli di cui abitualmente mi servo per effettuare la raccolta nei mesi ad essa favorevoli. A causa della sua erronea collocazione tra i solventi e non fra gli impregnanti, trovare l’olio di lino cotto non è stato semplicissimo. Ma la goduria nel vedere la faccia della cassiera (un po’ ossuta ma con una quarta abbondante) nel vedere che non tutti compravano fuochi d’artificio, è stata già qualcosa. Come quella di non avere mandato nè ricevuto alcun SMS di auguri.

Avessi dei buoni propositi, ve lo direi. Ma per adesso ho in programma solo di dare una cospicua mano a Claudio il socioconcorrente nella potatura dei pomari. Di costruire una nuova serra alla cui montatura del telo vorrei che stavolta partecipasse, oltre al comitato centrale del Partito per Tutti e di grillini a titolo personale, anche qualcuno un po’ di destra. A quelli del PD meglio non chiedere, è un lavoro che va svolto velocemente, basta una tirata di vento e tutto si complica.

Poi ci son pere e drupacee varie da piantare e da imbiancare casa e giroscale, legna da segare e piantine da seminare. Ci sarà anche il tempo per una settimana di ferie e forse anche per un mini tour con chitarra e voce nell ‘Italia centrale

MAI PIÙ SENZA KRÄUTERSPIRALE

18 marzo 2010

Fra poco ci sono le elezioni, ma non è che me ne freghi poi molto, nel Partito per Tutti è consuetudine preoccuparsi delle cose non troppo prima che accadano, tenendo fede alla massima rimasta in gola a Stielike quando pontificò che se ciò che conosci lo eviti, se lo eviti non lo conoscerai mai. E che se ci si preoccupa troppo presto di ciò che accadrà, questo potrebbe anche non accadere.

Per adesso, qua si decide, si pianifica e si festeggia. La fogna e la legna sono a posto e i vari miglioramenti procedono con discreta solerzia e celerità. Anche un nuovo cesso è stato approntato al pianterreno, in modo che alle prossime grigliate nessuno caschi più nel fosso cercando un posto appartato per fare pipì.

Ma per dare un senso all’incipiente primavera, ancora qualcosa mancava. E così la Iso ha cavato fuori l’idea di una Kräuterspirale, un manufatto di sassi e terra atto ad inserire nella nostra fattoria il concetto di agricoltura permanente, tanto caro a Masanuba Fukuoka e ripreso in modo eccellente dall’australiano Bill Mollison. Deciso, festeggiato e pianificato.

Entro domenica devo procurarmi una griglia nuova, un disco per la flex,  una quintina di carriole di ghiaia grossa e un pezzo di collo di maiale, fattibilissimo. La Iso si procura piante di varie erbe più o meno officinali, fattibilissimo anche questo. Servono anche dei sassi e della sabbia, e a questo punto, anche dei volontari. Entro domenica ora di pranzo devo disporre in abbondanza di sassi e sabbia, e il posto dove essi si trovano in abbondanza è il fiume Adige.

 Il Fiorino porta 5 quintali e quindi il trasporto non è un problema,  i volontari saranno ricompensati con un lauto pasto e la soddisfazione morale di aver contribuito alla realizzazione di un’opera a cui ormai è difficile rinunciare, per il progetto si fa un po’ a ocio, alla fine verrà sicuramente bene. Mi raccomando, avvertite per tempo