Posts Tagged ‘Pancho Villa’
17 febbraio 2011

Fratelle e sorelli, l’ora è lieve e decido comunque di scrivervi, vorrei farlo con la mano sul cuore ma ho paura di farmi male passando fra le costole. La situazione sta precipitando, ma tanto era già a terra da tempo. Non rompiamoci la testa prima di essercela fasciata. Spossiamoci pure in laceranti discussioni, ma qui una decisione bisogna prenderla.
Per gli altri, il punto fondamentale delle prossime settimane è rappresentato dalle alleanze, da un modo in qualche modo inedito di affrontare la questione, che però per noi non lo è. Noi conosciamo l’approccio e lo svolgimento, sappiamo farlo sia da soli che alleandoci con altri (anche se quest’ultima situazione si è verificata una sola volta con dei grillini neanche tanto convinti). Noi sappiamo che fare quando il vento si alza.
Fra poco, un altro diamante lucente s’incastonerà nel diadema della nostra storia, ma per compiersi compiutamente, quest’ opera ha bisogno di tutte le nostre correnti unite nel medesimo scopo, se ci saranno alleati bene, altrimenti ce la faremo con le nostre forze. Ma anche per gli alleati, è giocoforza essere selettivi. Sono a mio parere da evitare i pugni chiusi, le braccia tese e le mani pulite, e anche il se non ora quando non ci sarebbe di grande utilità.
Qui ci serve gente pratica e di poche parole, mica dobbiamo andare ad un tolc sciò, qui c’è da montare il telo ad una nuova serra
Tag:Alte Apfelsorten, Blauburgunder Villa Barthenau, Democrazia Cristiana, elezioni provinciali, etilometro, Festa della Ciavada Foresta, gatto stressato, grazie alla vita, grillini neanche tanto convinti, Ibrahimovic, Mathias Rust, Nastassja Kinsky, Natasha Kampusch, Nelson Mandela, Pancho Villa, scavi fognari, sindrome premestruale, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, stoicità condivisa, successione di Fibonacci, teoria gravitazionale, tolc sciò, Ulrike Meinhof, vi, Via Francigena, vibratore da dito, Viola Valentino
Pubblicato su Oscar Ferrari | 13 Comments »
1 novembre 2010

Ogni tanto, specorando su feisbùc, vedo che in parecchi modificano spesso il loro profilo e poi il più delle volte appaiono in faccia. Ma anche questo mi appare tremebondamente secondario rispetto al dilemma che mi attanaglia in questa piovosa ed umida serata, dove una zocca di quelle dell’anno scorso sta bruciando lentamente nella stufa. E financo il divagare sulla assoluta superiorità emozionale delle zocche rispetto a qualsiasi altro combustibile, mi parrebbe fuorviante nei confronti del dilemma che poi, neanche a farlo apposta, nel frattempo s’è risolto da solo.
Non che vi fosse molto da decidere, dovevo solo continuare a vedere di schiena la tv sul primo canale austriaco o passarla su rai tre, col rischio di ribeccarmi lo spot della lavagna di Fazio e Saviano. Roba che se non smettono di mandarlo finisce veramente che questi han rotto i coglioni ancora prima di cominciare.
Il problema vero è che sta passando da consuetudine ad ovvietà la prassi secondo la quale il soffermarsi lungamente su di un accadimento, fa di quest’ultimo un semplice mezzo per raggiungere i propri scopi, anche se non ci si rende conto che, a lungo andare, le piccole cose erodono l’idealità che sta nelle grandi, così come la goccia d’acqua scava un incavo anche nella pietra più dura.
Ah, dimenticavo. Quando qualcunobarraa a cui siete legati da un rapporto anche copulatorio vi dice “tu non mi basti mai“, non prendetelo per complimento Vuol solo dire che ha bisogno anche di qualcun altrobarraa
Tag:cane di Pavlov, cani abbandonati, Cassano, cerchi nel grano, Fazio e Saviano, gatto stressato, grillini in pectore, guida in stato di ebbrezza, Hillary Clinton, infanzia iperproteica, Interessenza dell'illogicità, isola dei famosi, Liverpool, meccanica quantistica, Monica Guerritore, Natasha Kampusch, Nuovo Museo d´Arte contemporea, Pancho Villa, pinocchietti, polmone d´acciaio, precari, primo canale austriaco, raccolta differenziata, Raffaele La Capria, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, toponomastica, ubriaco al volante, Ulrike Meinhof
Pubblicato su Oscar Ferrari | 7 Comments »
9 gennaio 2010

Una volta, gli italiani (o meglio, i latini in viola) avevano l’Europa e il Medio Oriente. Fossero stati in grado di sbarcare in Oceania avrebbero vinto, considerando che nel terzo continente a scelta (l’Africa) erano già parecchio forti. Nella Storia, questo è l’unico momento nel quale si sia rischiato la fine della partita, secondo solo a quello in cui i Russi rossi in Asia e Africa ce l’avrebbero anche potuta fare, mancavano solo Congo, Cina, Giappone e Africa del sud. Poi è arrivato Gorbaciov.
I verdi Islamici, I blu Anglosassoni, i neri Neri e i gialli Cinonipponici non hanno finora avuto grosse occasioni per chiudere i conti, questa è la Storia.
La storiella è quella dei patrioti sudtirolesi che da cinquant’anni e passa si battono per il ritorno della provincia di Bolzano all’Austria, e che in questi giorni hanno scoperto che di questa idea gli austriaci non ne sono affatto convinti, è favorevole solo uno su tre. Brutta botta ragazzi, ma noi ve l’avevamo detto.
Annettersi una provincia italiana, mica vuol dire solo ritrovare una comune identità con dei fratelli finora oppressi dall’invasore del 1918. Mica vuol dire solo più medagli ai giochi olimpici invernali. Vuol anche e sopratutto dire che ci si sta portando in casa gente con un debito di 30.000 euri a testa. E non son neanche tutti di madrelingua tedesca, ci sono anche quelli che non ne sanno una parola. Che vi pensate, che gli austriaci sian stupidi?
Cari patrioti sudtirolesi, ve l’avevamo detto, l’unico Stato che si può permettere il Sudtirolo è la Svizzera. Lasciate perdere l’Austria e venite dietro a noi del Partito per Tutti
Tag:Alto Adige, anziani gratis sull´autobus, è favorevole solo uno su tre., Bastard Son of Dioniso, Behringer USB Guitar iAXE624 Centari Blonde, Brad Pitt, cadde risorse e giacque, cane di Pavlov, Dacia Logan MCV, faccia da deficiente, frangean la biada con rumor di croste, Grup Tekkan, lavata con acqua fredda, Mathias Rust, Pancho Villa, Paris Hilton, partito democratico, patrioti sudtirolesi, perestroika, soluzione materassabile, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, Stefan Raab, Trainspotting, ubriaco al volante, Ulrike Meinhof, unghia incarnita
Pubblicato su Oscar Ferrari | 32 Comments »
15 dicembre 2009

Fratelli e sorelle, siamo già alle prime conseguenze, e questo non può che avvalorare i paradossi espressi nella celeberrima Tesi multipla di Neuchâtel, con la quale Stielike posò la prima pietra miliare di un itinerario ancora oggi sconosciuto ai più. Anche da noi in Südtirol, il ferimento di Berlusconi ha iniziato a creare i suoi strascichi, e neanche tanto corti.
Il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, ha dichiarato che, per motivi personali, non si ricandiderà per un secondo mandato. E nessuno gli crede, tutti si arrovellano sulle probabili cause del suo gesto estremo (estremo nel senso di raro, non succede spesso una cosa del genere), ed è opinione dominante che gli stia troppo sui coglioni il dover partecipare a delle elezioni primarie. Se fosse così avrebbe ragione da vendere, una coalizione che non ripresenta il proprio leader dopo essere stata al governo, implicitamente ammette di aver fatto non bene. Se poi vuole costringerlo a farsi le primarie, vuol dire che sa di aver fatto non bene ma vuole scaricare la colpa su di lui. E poi perchè proprio le primarie, con tutte le infermiere che ci sono in giro?
In realtà i motivi personali che hanno spinto il nostro Gigi a tal gesto, personali lo sono davvero. Gli ha preso la sghibbia che quel che è successo a Berlusconi possa accadere anche a lui. Come segretario del Partito per Tutti lo so che non dovrei, ma non me la sento a livello umano di non dover rassicurare il sindaco. Gigi stai tranquillo, qua non è mica Milano, un angioletto Thun in faccia non fa poi così male
Tag:angioletto Thun, aringa affumicata, cane di Pavlov, concime minerale composto, Corpo di mille satanassi, dichiarazione d'appartenenza ad un gruppo linguistico, episodicità passionalistica, etilometro, Fiat Palio Weekend, I cavalli normanni alle lor poste frangean la biada con, infanzia iperproteica, lavori usuranti, Luigi_Spagnolli, mele Champagner, Natasha Kampusch, Pancho Villa, Paris Hilton, partito democratico, Pastore di Stilieke, perestroika, po, POPOLO BUE, potenti raggi infrarossi, primarie, Sex Pistols, spaghetti allo scoglio, spalla lussata e mano gonfia
Pubblicato su Oscar Ferrari | 17 Comments »
9 luglio 2009

“Chissà che presto ti devi alzare” è una frase che avrò sentito rivolgermi chissà quante volte. quando dico che che l’unico mio hobby redditizio è il coltivare frutti e ortaggi per venderli direttamente al consumatore finale (di lavoro faccio il narcisista qualunque, non chiedetemi che cos’è, mi piace la definizione). Di solito annuisco digrignando il giusto che basta sollevando leggermente la spalla sinistra, ma a volte rispondo che il 90% della gente si alza prima di me, e spesso inutilmente.
Al mercato del contadino (Bauermarkt), in pochi sono riusciti nell’impresa di arrivare dopo di me, generalmente arrivo quando i miei colleghi sono lì già da mezz’ora abbondante e si saranno alzati due ore prima, hanno fatto colazione e allestito con calma lo stand. Io invece mi alzo, trangugio un caffè e poi parto, dal momento del risveglio alla girata di chiave del Fiorino (vediamo chi conosce quel fiore fluorescente) passano al massimo due minuti, cinque se devo raccogliere i fiori di zucca che vanno venduti aperti.
Nel periodo buono (che sarebbe questo) ho l’asso nella manica che risponde al nome di Claudia Xeena, mentre io scarico e allestisco in fretta e furia uno stand che poi spesso e volentieri si rivela esteticamente il migliore, la Xeena si dedica alla vendita e, manco a dirlo, i primi che vanno via sono i fiori di zucca. Domani la Xeena non c’è, ho fatto un tentativo con la Mangrovie ma è in ferie, sono da solo e il Fiorino è pieno. L’unica soluzione materassabile è alzarsi prima, una roba che odio. Sveglia alle sei meno un quarto, per me che ho il meridiano di Grinvic spostato verso l’Atlantico, pura autosodomia, sono uno che lavora volentieri fino a tardi ma per me l’alba è veleno.
Eppure la soluzione ci sarebbe, perchè mai il mercato si deve tenere per forza al mattino? per la gente che lavora e a cui la roba è destinata, sarebbe molto più comodo un orario tipo dalle nove di sera all’una, non dovrebbero mandare qualcuno a fare la spesa al posto loro. E avrebbero anche il vantaggio (trascurabilissimo, lo ammetto) della merce raccolta lo stesso giorno anzichè il giorno prima. Ho provato a proporlo, ma con scarsissime adesioni, che il problema siano proprio i fiori di zucca?
pipuntoessepunto: intanto che metto i tag, mi sto preparando la cena di mezzanotte con le cipolle del nuovo bar, i pomodori cuor di bue stramaturi, l’olio dell’amico muratore italocalabrese e i peperoncini del balcone. La pasta è abruzzese, dite che va bene?
Tag:íslensku vinir, call center, camion di ghiaina, cane di Pavlov, Caterina Caselli, cazzo piccolo, chitarrista scarso, cipolle, civetta bifolca smarrita, condizione necessaria ma non sufficiente, decalogo di Stielike, decreto sicurezza, episodicità passionalistica, facebook, fiori di zucca, Irene Pivetti, italocalabrese, l'annessione del Sudtirolo alla Svizzera, l'origine dell'universo, Mercatino del contadino, Monica Guerritore, nuovo bar, ODIO ALZARMI PRESTO, Pancho Villa, percuotere ritmicamente lo scroto, pomodori stramaturi, Spitty Cash, teoria gravitazionale, vigna del Signore, Viola Valentino, Vom Winde verweht
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24 novembre 2008

“Quando tutto sembra perduto, è il momento di crederci di più“. Questo era lo slogan di Michaela Biancofiore, la capolista del PDL alle elezioni provinciali di Bolzano, nel manifesto che la ritraeva a mo’ di Scarlett O’Hara in Vom Winde verweht del 1939, anno sufficientemente importante dal punto di vista storico, ma non tale da contemplare alcuna delle numerose encicliche di Stielike.
Anche se lo slogan non ha partorito grandi frutti (il PDL ha perso un seggio su quattro), questo non vuol dire che esso non possa essere opportunamente riciclato, e magari anche per cause più nobili, come per esempio la ribellione al sistema dei partiti.
L’occasione sarebbe quella giusta e la persona anche, si tratta dell’eroe rivoluzionario antipartitocratico Riccardo Villari, che da giorni sta resistendo alle immani pressioni dei partiti e delle istituzioni affinchè egli si dimetta da presidente della Commissione Vigilanza sulla Rai. Mancano solo il Presidente della Repubblica, il CT della Nazionale e Pippo Baudo e poi di andarsene gliel’han detto tutti, ma lui tira dritto come un treno, mica è un ex democristiano per niente, la parola “dimissioni” è come l’aglio per le streghe.
Raccontare ed interpretare tutta la faccenda Villari sarebbe anche divertente, ma troppo lungo, vado dritto al giudizio, Uòlter ha fatto una figura di merda. Ma peggio ancora sta facendo Sergio Zavoli, il designato successore strabipartisan di Villari, un’ottantaseienne mostro sacro del giornalismo italiano che adesso si trova a fare la figura dello stallone impotente
pipuntoessepunto: e comunque, secondo me l’Isola dei Famosi doveva vincerla il bidello
Tag:anziani gratis sull´autobus, aringa affumicata, bufala campana, dadi da brodo, fagiolini, Filippo Inzaghi, grazie alla vita, infanzia iperproteica, isola dei famosi, lavori usuranti, masturbazione, Michaela Biancofiore, Natasha Kampusch, Pancho Villa, processo strage di Erba, Riccardo Villari, Sergio Zavoli, Ulrike Meinhof, Via Francigena, Vom Winde verweht
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