Sorelle e fratelli, qua noi in Sudtirolo di Ruby, della Santanchè, di tutto questo ce ne frega gran poco. E anche della Tunisia e dell’Egitto (tranne forse quelli che, come me, hanno prenotato a marzo a Santanchè). Qui l’ombelico della comunicazione, il vitello grasso nelle cui unte carni pasteggiano sbavando i testoni pensanti del luogo, è la rimozione di un bassorilievo dove troneggia un Mussolini a cavallo di un equino con le zampe posteriori messe in modo innaturale, probabilmente per evidenziarne gli attributi maschili.
Al contrario della provincia a cui da il nome, Bolzano è una città a maggioranza di lingua italiana, e quindi se nel 2011 il Duce era ancora al suo posto è perchè non solo non dava fastidio, ma in qualche modo era un’immagine rassicurante. In fin dei conti, senza Mussolini, qui gli italiani sarebbero minimo dieci volte di meno, su questo non ci piove (Bolzano è italiana dalla prima guerra mondiale).
A Bolzano, anni fa, han provato a cambiare nome ad una piazza, cambiandolo da Piazza della Vittoria a Piazza della Pace. Ne è scaturito un putiferio che ha portato ad un referendum, con tanto di ripristino del vecchio nome e di figura di merda colossale a livello europeo.
Ai sudtirolesi di lingua tedesca, il Duce a cavallo è stato sempre sui coglioni, anche se a dire la verità erano molto più concentrati sul Monumento alla Vittoria, che in effetti porta delle scritte offensive per i germanofili (germanofoni: grazie Gadilu…). Io li capisco: se un popolo, dopo l’8 Settembre 1943, accoglie i soldati della Wehrmacht come liberatori, vuol dire che di quelli che c’erano prima ne avevano veramente pieni quelli di cui sopra.
Fatto sta che la SVP (il partito unico sudtirolese) è riuscita a vendere la sua astensione sulla sfiducia al ministro Bondi, ottenendone in cambio mano libera sui relitti fascisti ancora presenti in Sudtirolo. Gli italiani di Bolzano han protestato tutti, ufficialmente per come è stata condotta questione. Ma io a questo non ci credo
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30 gennaio 2011 alle 23:49 |
Ho visto un “da” senza accento e un “germanofili” che forse sarebbe meglio come “tedescofoni”. Comunque non è vero che han protestato tutti. Io no, per esempio.
30 gennaio 2011 alle 23:52 |
sul dà avevo sempre il dubbio, grazie per avermelo chiarito, i germanofili li cambio in germanofoni. E tu non sei di Bolzano
31 gennaio 2011 alle 09:49 |
Io che mi sono dichiarata tedesca ma sono di provvenienza e di formazione mistilingue sinceramente non mi sono mai sentita disturbata dai cosidetti “relitti” fascisti. Fanno parte della nostra storia, toglierli sarebbe come voler cancellare un’epoca che invece c’è stata, eccome. Allora, per corretezza, bisognerebbe eliminare anche i “relitti” hoferiani e ripartire da zero magari riscrivendo anche la storia dell’evoluzione ed insegnare agli ignari piccoli bolzanini che tutto iniziò con Luis ed Eva. Oppure farli diventare parte integrante dell’arredo urbano, come erano tanti anni fa quando – accompagnata da una nonna che di guerre ne aveva vissute entrambe e perciò era scettica riguardo agli unni ed agli altri – si scorrazzava felici sotto il monumento della vittoria fregandosene altamente delle scritte “offensive” e del valore “simbolico”.
Cmq non avevo mai notato gli attributi dell’equino, rimedierò!
31 gennaio 2011 alle 16:08 |
Un paio di pietre per la mia “Kräuterspirale”?
31 gennaio 2011 alle 16:27 |
Però, un muro che crolla a Pompei e sposta una scultura a Bolzano è un fenomeno che accade raramente in natura.
31 gennaio 2011 alle 19:08 |
quando una democrazia e’ mite ha la forza di vedere e alzare le spalle sull’iconografia del passato, per quanto tragica e desolantemente vuota di ogni significato storico o artistico, e’ quando la democrazia, o meglio, il potere che gestisce quella democrazia e’ aspro, esorbitante e talmente duro da incurvare a suo piacimento le leggi alle quali esso stesso dovrebbe soggiacere, quando cioe’ la democrazia perde la mitezza, qualsiasi segno, parola, gesto diviene provocazione insopportabile. Cosi’ i talebani distrussero i Buddha, per debolezza democratica, cosi’ Pol Pot uccise tutti quelli che portavano gli occhiali, cosi’ Mao accese la miccia della rivoluzione culturale. Siate miti :sarete imbattibili.
1 febbraio 2011 alle 09:16 |
Orco…buon per me – talpa ipovedente – non essere nata in Cambogia…almeno il Luis ha un problema solo con le bionde teutoniche (problema nel senso che non se ne lascerebbe sfuggire una…) 😉
31 gennaio 2011 alle 22:07 |
ULRICO: guardando magari un esempio più calzante, in Germania c’è più democrazia che in Italia, eppure non è che in giro vedi le statue di Hitler…
REDITUGO: è la potenza della poesia (quella di Sandro Bondi)
ISO: il difficile sarà trovarli rotondi…
MANGROVIE: la penso anch’io come te. Ma i simboli son fatti perchè gli imbecilli possano riconoscervisi, bisogna gestirli in modo che gli imbecilli facciano meno danni possibili
1 febbraio 2011 alle 09:19 |
Secondo me, in un clima di povertà culturale istituzionale, questi sono solo temi tirati fuori ad hoc per dar la possibilità ai nostri amministratori di far bella mostra delle nozioni della loro formazione classica…
@Iso, a te il duce (sai che contento l’Oscar con il suo emulo in casa!), a me il ronzino!
1 febbraio 2011 alle 10:36 |
E della coda alta dell’equino in questione che mi dici Oscar? 🙂
1 febbraio 2011 alle 14:15 |
Caro Oscar,
mi viene in mente tutta la fatica che hai fatto a suo tempo per togliere tutti quei pesantissimi ciocchi da un terreno che hai poi destinato a coltivazione. Se penso che questo bassorilievo è largo 36 metri, alto 5 metri e mezzo, di dura pietra spessa mediamente mezzo metro, mi sa che pesa praticamente 100 tonnellate, cioe’ quasi 2 tonnellate per pannello, visto che i pannelli sono in totale 57. Quasi 2.000 chili per pannello da smontare, trasportare e rimontare. Data la tua precedente esperienza con le fatiche erculee…. indovina chi mi verrebbe in mente di proporre per rimuoverlo.
1 febbraio 2011 alle 19:20 |
Si vede che non sei mai stato a Latina!
1 febbraio 2011 alle 23:39 |
MR.TAMBOURINE: ci sono stato, e anche all’Eur. A Bolzano ci sono strade intere di architettura fascista (razionalista, dai) e sono molto meglio dei condomini a piffero costruiti negli anni ’80. Io i sudtirolesi li capisco, ma se fosse per me, il bassorilievo potrebbe stare lì finchè non casca da solo
MARIO: grazie per il pensiero, ma i rapanelli non crescerebbero bene in orizzontale…
DONA: grande per averlo fatto notare, il cavallo ha lasciato un ricordino per terra!!!
MANGROVIE: per formazione classica intendi il 4-4-2?
2 febbraio 2011 alle 00:31 |
[…] Oscar Ferrari. il blog Ultima frontiera per cervelli da rottamare « IO A QUESTO NON CI CREDO […]
14 febbraio 2011 alle 13:58 |
Ottime riflessioni e suggerimenti…
Anche noi di Vongole & Merluzzi abbiamo ben pensato di scrivere un post al proposito…
Anzi abbiamo chiesto di scriverlo a una tipa molto particolare…
Augurandoti, a modo nostro, un buon San Valentino, spero avrai modo di ricambiare la visita:
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/14/post-di-una-squillo-per-bene/